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7 Lug

Tutta la verità su Monna Lisa!!

L’articolo di oggi relativo alla nostra sezione arte è molto particolare e nasce dall’esigenza di fare chiarezza, una volta e per tutte, sulla proprietà ed appartenenza di uno dei quadri più studiati, discussi, analizzati e celebrati al mondo: la Gioconda.

Sono in tanti e forse decisamente troppi quelli che non conoscono la storia vera di quest’opera e che ogni volta che salta fuori questo discorso finiscono per accusare Napoleone di un furto mai commesso!

Agli italiani il fatto che la Gioconda di Leonardo non solo abbia trovato casa in Francia ma rappresenti addirittura la punta di diamante del Louvre attirando ogni giorno migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo proprio non va giù.

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Di sicuro non può far piacere sapere che un’opera così importante  non venga esposta nel suo Paese di origine, tuttavia quello che in molti non sanno è che in realtà Monna Lisa si trova esattamente dove si dovrebbe trovare e Napoleone, che pure non è stato un  sant’uomo, in questo caso non è colpevole di nulla. Anzi se proprio volessimo entrare nei dettagli e fare giustizia una volta e per tutte dovremmo ammettere che in realtà una volta nella sua vita la Gioconda è  stata per davvero vittima di un furto ad opera, udite,udite…..di un italiano!!!

Ma cerchiamo ora di ricostruire un po’ i fatti portandovi a scoprire anche qualche curiosità in più su questa donna dal sorriso così misterioso.

Sull’identità di Monna Lisa si discute da tempo e non si è ancora giunti ad alcuna certezza anche se le fonti più affermate ritengono che il dipinto ritragga Lisa Gherardini, appartenente alla piccola nobiltà rurale fiorentina, e seconda moglie di Francesco Bartolomeo del Giocondo dal quale prende il nome.

Il quadro fu realizzato da Leonardo ( anche se in realtà non è firmato) tra il 1503 ed il 1513 ma quel che si sa di certo è che fu lo stesso Leonardo a portarlo in Francia nel 1516 quando si trasferi ad Amboise per lavorare per il re Francesco 1. Fu proprio il sovrano di Francia ad acquistarlo pagando una cifra molto considerevole (considerata addirittura stratosferica)  pari a  4000 scudi d’oro che corrispondevano a circa due anni di lavoro per Leonardo. Le truppe di Napoleone , invece, rubarono solo alcuni manoscritti mai più restituiti.

Quindi, ricapitolando: la Gioconda appartiene regolarmente alla Francia, ditelo anche ai vostri amici quando perdono la pazienza ed iniziano ad incolpare il “povero” Napoleone!!

Una volta acquistato il quadro ha cambiato diverse dimore.

Inizialmente e per diversi anni abbellì le sale del castello di Fontainbleau fino a giungere in un secondo tempo a Versailles dove fu lo stesso Re Sole a volerlo con sè. Dopo la rivoluzione francese per motivi di sicurezza la Gioconda fu nascosta per un lungo in luogo sicuro  periodo ed in seguito portata al Louvre. A questo punto entra in scena Napoleone che decise di appenderla nella sua stanza da letto anche se per poco perchè la Gioconda dopo qualche mese tornò al Louvre dal quale il quadro fu nuovamente fatto sparire in occasione della guerra franco prussiana.

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Come potete notare non si può dire che Monna Lisa non abbia viaggiato nella sua vita.  Appurata definitivamente la proprietà francese , come detto sopra, parliamo ora del furto subito. Il ladro non è stato in questo caso francese, un Arsenio Lupin del tempo, ma meno romanticamente un semplice e tranquillo ma furbissimo imbianchino italiano: Vincenzo Peruggia che in quel periodo lavorava proprio per il Louvre. Il Peruggia convinto che il quadro fosse italiano e dovesse rientrare nella sua patria lo sottrasse al Salon Carrè del museo( dove era custodito al tempo). A questo punto non immaginatevi un furto super spettacolare con allarmi e gendarmi da ogni dove, al contrario il funzionario si recò al museo molto presto, superò il portiere che non lo vide perchè perennemente addormentato,  staccò il quadro dalla parete sapendo come fare perchè aveva contribuito qualche tempo prima a posizionarlo, dopodichè con grande non chalance e con il quadro sotto il cappotto uscì tranquillamente come era entrato dalla porta principale ( un museo di massima sicurezza, non c’è che dire)!!

La notizia del furto del dipinto più celebre del mondo si diffuse a macchia d’olio in poche ore gettando nel panico anche il sottosegretario francese alle Belle Arti che il giorno prima partendo per le vacanze ( non sapendo cosa sarebbe successo di lì a poche ore) aveva affermato:

Non chiamatemi a meno che il Louvre non prenda fuoco o non venga rubata la Gioconda

Ecco qua…detto, fatto!!

Un’altra curiosità molto divertente da segnalare sta nel fatto che dopo le prime ore in cui la polizia aveva brancolato nel buio i primi sospetti erano ricaduti sul  poeta francese  Guillaume Apollinaire che qualche tempo prima aveva dichiarato di voler far fuori dai musei di tutto il mondo le opere maggiori per far posto all’arte moderna e su un giovane Pablo Picasso che al tempo era suo amico e che per non avere problemi con la legge dovette negare di conoscerlo.

Al tempo, tuttavia, non doveva essere insolito che dal Louvre sparisse qualche pezzo ed a riprova di ciò riportiamo proprio una brillante battuta dello stesso Picasso:

Ragazzi sto andando al Louvre, serve qualcosa?

Il Peruggia conservò la tela presso una povera pensioncina di Parigi per ben 28 mesi fino a quando, dopo essere tornato in Italia a causa di difficoltà economiche decise di provare a venderla contattando un famoso antiquario fiorentino: Alfredo Geri. Il ladro imbianchino scrisse una lettera firmandosi Leonardo nella quale diceva appunto che lui era in possesso del quadro più ricercato del mondo e motivando il suo gesto con il fatto che la Gioconda dovesse tornare in Italia perchè il suo autore era italiano. Geri incuriosito fissò un appuntamento con il Perrugia chiamando come testimone Giovanni Poggi allora direttore degli Uffizi. Immaginate il loro stupore quando di fronte si trovarono davanti alla Gioconda originale e non ad una delle numerose copie prodotte. Seppur sbalorditi ma sapendo che l’unica cosa da fare era restituire il quadro ai francesi, con una scusa i due trattennero il dipinto ed avvertirono la polizia che , naturalmente, arrestò il ladro il quale fu condannato a scontare una pena di 18 mesi di carcere per espiare le sue colpe.

Prima di tornare in Francia ed essere ricevuto con tutti gli onori dal Presidente della Repubblica e dal Governo, Monna Lisa fu esposta presso gli Uffizi, l’ambasciata di Francia a Roma e presso Galleria Borghese.

Attualmente l’opera più famosa di Leonardo Da Vinci si trova al Louvre a Parigi nella sala degli Stati e può essere ammirata solo dietro un vetro antiproiettile che mantiene  al suo interno una temperatura ed un tasso di umidità ideali per non rovinare tela e colori. Anche per questo la Gioconda da tempo non lascia più il museo francese ed a questo riguardo ricordiamo che nel 2011 è stato negato il prestito all’Italia, Museo degli Uffizi che la voleva esporre  in occasione del centenario del ritrovamento dopo il furto.

E dopo aver letto tutto ciò non pensate anche voi che Monna Lisa abbia il sacrosanto diritto di essere lasciata in pace a Parigi ( casa sua) preoccupandosi solamente come la più femmina delle donne di lasciarsi ammirare da milioni di persone all’anno, sedurle ed abbandonarle dopo averle stregate col suo fascino misteriosamente ambiguo?

Bè a dispetto di quanto si dica secondo me dal suo sorriso sereno e perennemente sospeso dietro il vetro lei ci fa l’occhiolino e ci dice di SI!!

Come mai la tua serenità è indecifrabile come la verità , ma chi c'è? Dietro quel sorriso enigmatico capir di più vorrei. Mango, Come Monna Lisa, 1990

 

 

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Sara Falciani