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6 Apr

Kurt Cobain: la depressione di chi ha troppo cuore

Il 5 Aprile 1994 è per gli amanti della musica e dei miti musicali un giorno triste da ricordare perché legata alla morte di un genio forse più fragile che ribelle: Kurt Cobain.

L’8 Aprile di 25 anni fa il suo corpo fu ritrovato privo di vita nella sua casa di Washington anche se la perizia medica dimostrò che il cantante fosse morto da almeno 3 giorni.

Di umili origini, proveniente da una famiglia semplice, quel bambino così schivo e riservato trovò nella chitarra un amico prezioso. A 7 anni, infatti,  ricevette in dono dalla zia la sua prima chitarra elettrica e decise di cominciarla a suonare da mancino per distinguersi da tutti gli altri.  Lo decise proprio volontariamente, essendo lui ambidestro,  anche se da piccolo il padre spesso lo costrinse ad usare la mano destra. Alla fine, però,  il cantante, una volta diventato grande ed indipendente,  decise di usare solo la sinistra.

La sua vita è stata breve ed intensa anche se lui sin da bambino , dopo il divorzio dei suoi, mai accettato, cominciò ad avere problemi, chiudersi, essere spesso triste e con il passar degli anni anche tormentato e pieno di tic nervosi.

Sul biglietto lasciato prima di porre fine alla sua breve vita scriverà che nulla riusciva a procurargli delle emozioni.

Nonostante la timidezza, Kurt ha sempre avuto le idee molto chiare su quello che sarebbe stato il suo futuro tanto da confessare ad un suo amico all’età di 14 anni che sarebbe diventato una star del rock molto ricca e famosa  e che sarebbe morto a 27 anni come Jimi Hendrix.

Ad un certo punto della sua vita Kurt lascia la scuola come studente ma continua a frequentarla come bidello. La musica non la lascerà mai fino alla sua morte anche se il successo l’ha forse travolto troppo presto, fino a schiacciarlo.

Il gruppo da lui fondato fu chiamato Nirvana perché come lo stesso frontman ricordò, l’intenzione era quello di trovare un nome che suonasse carino e positivo e non evocasse nulla di volgare o maledetto. Nirvana significa la libertà dal dolore e dalla sofferenza del mondo esterno.

Kurt sin da bambino ha avuto sempre un amico immaginario : Boddah al quale dava la colpa per tutte le cose brutte che faceva ed al quale pare sia indirizzata anche l’ultima lettera da lui scritta, quella di addio.

 

La sua prima ragazza fu Tracy Marander alla quale il cantante dedicherà ” About a girl” ma Tracy lo saprà solo dopo la sua morte.  Purtroppo quello di Kurt era un male dell’anima, un male che lo divorava dentro e lo portava ad odiare il mondo e la gente che incontrava. Lui così timido e schivo avrebbe solo voluto suonare e mai si sarebbe augurato di diventare un modello per milioni di ragazzi che lo veneravano. Il cantante amava molto anche gli animali tanto da pensare ad un certo punto della sua vita di aprire uno zoo. Il suo animale preferito era la tartaruga perché aveva la casa con sé e quando voleva poteva mandare tutti a quel paese e rifugiarsi nel suo guscio.

Kurt era molto magro e durante i concerti pur di prendere apparentemente qualche kg indossava non solo più camice e maglioni ma anche più pantaloni, uno sopra l’altro.

Più lui cresceva , più cresceva la sua angoscia, il suo vuoto, la sua insofferenza che troppo spesso il cantante ha pensato di poter vincere attraverso l’uso di eroina. Nel Luglio del 1993 prima di un concerto Kurt Cobain ne assunse così tanta da andare in overdose. Fu sua moglie Courtney Love a salvarlo iniettandogli del Narvan e prendendolo a pugni sul petto. Questa cura d’urto fece effetto , il cantante si riprese e salì sul palco come se nulla fosse successo.

Kurt Cobain ha sempre sofferto di fortissimi dolori cronici allo stomaco. Vide molti medici ma purtroppo nessuno riuscì a trovare una soluzione, i dolori non contribuirono certo alla sua salute mentale ed alla sua serenità. Quando diventavano insopportabili Kurt si rifugiava nella droga.

Courtney Love incontrò Kurt Cobain nel 1989 e sin da subito volle instaurare una relazione seria con lui. Kurt non ne volle mai sapere ma nel 1992 sposò Courtney che era rimasta incinta. La cosa più bizzarra fu che la sposò in pigiama.

Kurt Cobain riempì decine di quaderni prendendo appunti per le canzoni, scrivendo poesie , annotando tutto quello che lo appassionava e poteva essere utile per la musica dei Nirvana. Alcuni di questi quaderni sono stati ritrovati dentro una cassaforte dopo la sua morte e sono diventato veri e propri diari.

Il suo libro preferito era il “Profumo” di Patrick Suskind. Lo lesse decine di volte, lo portava sempre con sé ed appena poteva ne rileggeva qualche pezzo.

Il suo corpo fu trovato l’ 8 Aprile 1994 esanime in seguito ad un colpo di fucile. La polizia archiviò subito il caso come suicidio anche se più volte sono stati sollevati dubbi sul fatto che il cantante possa essersi sparato.

Di sicuro nell’ultimo periodo era più cupo, solo, depresso e lontano dalla moglie che qualche giorno prima della sua morte aveva ingaggiato anche un detective privato non sapendo dove lui si trovasse e temendo qualche gesto folle.

Sotto, uno stralcio della lettera lasciata da Kurt Cobain vicino al suo corpo per salutare il mondo.

Parole che evidenziano inesorabilmente il suo male di vivere:

“Per esempio, quando siamo nel backstage e le luci si spengono e sento il maniacale urlo della folla cominciare, non ha nessun effetto su di me, non è come era per  Freddie Mercury , a lui la folla lo inebriava, ne ritraeva energia e io l’ho sempre invidiato per questo, ma per me non è così. Il fatto è che io non posso imbrogliarvi, nessuno di voi. Semplicemente non sarebbe giusto nei vostri confronti, né nei miei. Il peggior crimine che mi possa venire in mente è quello di fingere e far credere che io mi stia divertendo al 100%. A volte mi sento come se dovessi timbrare il cartellino ogni volta che salgo sul palco. Ho provato tutto quello che è in mio potere per apprezzare questo (e l’apprezzo, Dio mi sia testimone che l’apprezzo, ma non è abbastanza).

“Avevo così poca stima di me che non riuscivo minimamente a pensare di poter diventare una rockstar. Non riuscivo minimamente a immaginare di arrivare in televisione o rilasciare interviste o cose del genere”.

( Kurt Cobain)

La foto copertina è tratta da un quadro ( olio su tela) realizzato da Curiositart

 

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Sara Falciani