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7 Giu

Il Sagrado arquitecto: Antoni Gaudi

Il 7 Giugno del 1826 all’età di 74 anni Antoni Gaudi, attraversando distrattamente la strada, fu travolto da un tram a Barcellona rimanendo per lungo tempo ferito a terra. Mal vestito e malandato nessuno lo riconobbe ed in molti , considerandolo un poveraccio, si rifiutarono di prestargli immediato soccorso. Alcuni passanti, mossi a compassione, lo condussero presso l’ospedale locale di Santa Creu dove l’artista fu ricoverato nel reparto poveri per morire il 10 Giugno dopo tre giorni di agonia, con grande dolore da parte della Spagna che pianse per giorni il suo maggiore e più geniale architetto.

Le spoglie dello sfortunato costruttore riposano ancora oggi presso la Sagrada Familia, opera monumentale alla quale Gaudi cominciò a lavorare all’età di 31 anni dedicando 42 anni della sua esistenza per vederne realizzata appena un quarto alla sua morte.

Ma procediamo con ordine e riavvolgiamo il nastro della sua vita facendovelo scoprire attraverso aneddoti, citazioni e ricordi della infanzia.

Partiamo da una informazione che ai più sembrerà leggera, frivola e forse anche inutile ma che quando si parla di estetica e di un architetto dalla mente frizzante non deve essere considerata secondaria: Antoni Gaudi era davvero un bell’uomo, come testimoniano anche le foto dell’epoca.

Occhi celesti, una fluente chioma bionda, buon gusto ed eleganza nel vestire ed un fascino che per lungo tempo non passò inosservato nei salotti della Barcellona bene che l’artista non disdegnò di frequentare in giovane età atteggiandosi anche a dandy.

INFANZIA

Quinto figlio di genitori tutt’altro che ricchi ed agiati, oltre ad una infanzia piuttosto modesta la sua vita fu funestata nei primi anni da molti dolorosi lutti che colpirono proprio la sua famiglia di origine. Antoni nel giro di poco tempo perse, infatti, oltre alla mamma anche un fratello dottore ed una sorella. Come se non bastasse alle ferite dell’anima si aggiunsero anche i dolori del corpo, precisamente reumatismi, che afflissero il giovane Gaudi impedendogli di vivere spensieratamente gli anni più belli e costringendolo ad una vita molto più isolata e cupa ed a seguire delle cure e dei piani alimentari rigidi che in futuro lo portarono a divenire vegetariano.

Sin da subito, tuttavia, il padre ed i professori notarono la sua fantasia ed il fulmineo intuito e bisogna ammettere che pur non essendo un alunno particolarmente dedito a stare con la testa sui libri, i risultati accademici furono sempre più che soddisfacenti.

STUDI

L’ amore per la natura e per i dettagli lo spinsero ad intraprendere gli studi di architettura a Barcellona presso la scuola Llotija dove il giovane apprese le basi della disciplina pur manifestando da subito una grande insofferenza per le regole e, soprattutto, per le forme troppo schematiche e lineari. Nonostante queste ribellioni creative Antoni Gaudi chiuse brillantemente il suo corso di studi con un lavoro che fu molto apprezzato dalla commissione di esame e che riguardava il portale di un cimitero. Per la simbologia molto forte, per l’idea avuta e per l’impatto molto scenografico, Elies Rogent, direttore della facoltà, non esitò nell’affermare: «Non so se abbiamo conferito il titolo a un pazzo o ad un genio, con il tempo si vedrà»

IL MECENATE

Come successo, per fortuna a molti artisti, anche Gaudi incontrò il suo Pigmalione, l’angelo ricco che credette in lui : l’industriale Eusebii Guell, intellettuale colto, ricco e pronto ad investire sulla incredibile fantasia di quell’architetto da poco laureto che molto  aveva da dire e da dare alla sua nazione. Gli anni segnati da questa amicizia furono per Gaudi sereni, spensierati e molto prolifici. L artista fu lasciato libero di produrre e di esprimere al massimo il suo genio senza le preoccupazioni legate ai finanziamenti, alle concessioni ed alle beghe amministrative alle quali pensava Guell.

Eusebi Guell, Pigmalione di Gaudì

Il famosissimo Parc Guell prende proprio il nome dal suo impresario e fu inaugurato come parco pubblico nel 1826.

Inizialmente il suo uso fu privato ma dopo la morte di Guell , i suoi eredi decisero di permettere a tutti  i cittadini di Barcellona di goderne e dal 1984 il sito è rientrato tra i beni protetti dall’UNESCO.

LA SAGRADA FAMILIA

Quest’opera imponente è stata croce e delizia per Gaudi. Al momento ancora in costruzione, si spera che la chiesa sia terminata per il 2026, anno del centenario della morte dell’architetto spagnolo.

Bisogna subito chiarire che Antoni decise di lavorare all’opera dopo che l’architetto Francesc de Paula Villar abbandonò i lavori per i continui contrasti con il comune, questo per mettere in evidenza quanto complicata e tortuosa è stata sin da subito la vita di questa magnifica costruzione.

Gaudì ci lavorerà fino all’ultimo giorno di vita perdendo sonno e pazienza e diventandone quasi ossessionato. Fortemente religioso, l’ eclettico spagnolo visse tra il 1912 ed il 1918 anni molto difficili che culminarono con la morte della sua amata nipote Rosa ( figlia della sorella), di un suo stretto collaboratore  Francesc Berenguer e del suo mecenate Eusebi Guell. Tanto dolore lo portò ad incupirsi e rinchiudersi non solo in sè ma proprio fisicamente in chiesa. La Sagrada Familia ed il suo cantiere divennero infatti dimora per Gaudi che visse al suo interno seguendo i lavori notte e giorno.  Completamente affranto e spiazzato da queste perdite Antoni arriverà a trascurarsi, vivere con poco e chiedere persino l ‘elemosina per raccogliere soldi per quella che era ormai la sua unica ragione di vita.

Famosa la sua frase:  «Un centesimo, per amore di Dio».

La costruzione della chiesa, infatti, è stata sempre finanziata attraverso donazioni private ed il ricavato del prezzo del biglietto che milioni di turisti ogni anno pagano per ammirare le sue vetrate e la sua spettacolare architettura.

Quando sarà finita, la chiesa si presenterà al mondo con 18 torri. La torre centrale, dedicata a Gesù, sarà la più alta e misurerà 170 metri, molto più del campanile di Giotto di Firenze (85 metri), della torre della Cattedrale di Murcia (100 metri), e della Giralda di Siviglia (105 metri) mentre altre 12 saranno dedicate agli apostoli, 4 agli evangelisti,  ed una alla Vergine Maria.

Al momento ne sono state costruite 8 e ricordiamo che oltre al ruolo di torri avranno anche quello di campanili. La chiesa sarà dotata di ben 84 campane.

ARCHITETTURA TONDA E SINUOSA

Antoni Gaudi è stato sicuramente il massimo esponente del modernismo spagnolo. Intelligente, brillante pieno di una fantasia difficile da tenere a bada tra le sue opere celebri a Barcellona ricordiamo anche Casa Battlò e Casa Milà che manifestano apertamente la grande avversione dell’architetto verso la perimetrazione stilistica. Tutto ciò che era lineare lo irritava mentre le forme tondeggianti lo esaltavano.

Grande amante della natura cercò sempre di ispirarsi agli alberi ed alle foglie per i suoi lavori ottenendo curve sinuose, morbide e nello stesso tempo molto dinamiche e coinvolgenti.

«La natura è stata sempre la mia maestra, l’albero vicino al mio studio è il mio maestro»

Antoni Gaudi, tuttavia, non curò solo la struttura dei suoi edifici ma fu anche un abile e raffinato progettista di interni. Attento agli ampi spazi come ai più piccoli dettagli, mise al centro di tutto sempre la luce che per lui era strumento indispensabile per pensare. La luce filtrava dal soffitto ma anche da vetrate colorate e persiane portando vita agli ambienti ed addirittura estensione agli spazi in un gioco caldo e confortevole di luci ed ombre.

“Occorre combinare gli elementi sporgenti con quelli rientranti, in modo che a ciascun elemento convesso, cioè situato in luce piena, ne venga opposto uno concavo, ossia un’ombra.”

Foto di Luciano Laghi Benelli

La sua morte di certo è stata tragicamente triste e pensate che Gaudì fu riconosciuto solo molte ore dopo in ospedale ma la Spagna gli rese omaggio pubblico ed in molti piansero il suo genio e la sua colorata fantasia che così tanto ha dato alla Spagna. A tale riprova , chiudiamo questo articolo ricordando che a Barcellona ben 7 delle sue opere sono entrate a far parte delle bellezze protette per sempre dall’UNESCO.

La linea retta è la linea degli uomini quella curva la linea di Dio.” ( Antoni Gaudi)

 

 

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Sara Falciani