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17 Mar

17 Marzo: la leggenda di San Patrizio

 

Oggi 17 Marzo si festeggia San Patrizio, patrono di Irlanda, una festa che negli ultimi anni si è diffusa anche in molti altri Paesi coinvolgendo dall America, all’Italia , alla Germania tanti irlandesi e non pronti a celebrare il santo a suon di birra e balli.

Molte sono le curiosità che riguardano questo personaggio:

SAN PATRIZIO NON ERA IRLANDESE

Ebbene si, il primo dettaglio riguarda proprio la sua nazionalità ed il suo nome. San Patrizio, infatti era inglese, era nato intorno al 385 e si chiamava, molto probabilmente Maewyin Succat. I suoi genitori avevano origine scozzese e del Galles.

Il nome di Patrizio fu assunto solo in un secondo tempo e dopo aver preso i voti, essere diventato sacerdote prima e vescovo e missionario in un secondo tempo.

Il santo giunse per la prima volta in Irlanda all’età di 14 anni dopo essere stato catturato e ridotto in schiavitù e venduto a Muirchu re del Riata. Questo periodo di sottomissione durò 6 anni durante i quali Patrizio,  costretto a svolgere l’attività di pastore e sviluppò la conversione al cristianesimo. Dopo essere fuggito ed aver fatto ritorno dai suoi cari, nel 407 diventò diacono e fece ritorno in Irlanda all’età di 30 anni con una missione ben diversa: quella di convertire le popolazioni celtiche.

I SERPENTI

Quando si parla di San Patrizio non si può non citare la famosa leggenda secondo la quale il missionario  liberò l’Irlanda dai serpenti. E come?

Si narra che nel 441 Patrizio trascorse 40 giorni e 40 notti sul monte Croagh Padraig. Al termine di questo periodo con la volontà di ripulire il territorio , il santo scagliò giù dal monte una campana di pietra che non solo uccise tutti i serpenti ma scavò il paesaggio donando l’aspetto che tutti possono ammirare ancora oggi. In realtà, tuttavia, pare che questo racconto sia frutto della fantasia di un monaco italiano dal momento che  in Irlanda non si registrava la presenza di sepenti da almeno due secoli prima della nascita di Patrizio.

IL POZZO, BIANCOSPINO E TRIFOGLIO

Altra leggenda molto famosa è quella del pozzo di San Patrizio che narra dell’esistenza di un pozzo senza fondo dal quale il santo poteva vedere le fiamme dell’Inferno e la porta che conduceva in Purgatorio.

Si racconta ancora che dopo la fuga dall’Irlanda e dalla schiavitù il vescovo voleva recarsi a Tours da suo zio. Per giungere in loco avrebbe dovuto attraversare il fiume Loira ma non avendo i mezzi per farlo decise di stendere sulle acqua la sua mantella utilizzandola come zattera. Una volta sulla terra ferma Patrizio appoggio il manto su un ramo di biancospino che nonostante la stagione invernale cominciò a fiorire ed ecco perchè da allora il biancospino sboccia in inverno.

Ed infine bisogna citare il famoso trifoglio. Il santo viene spesso raffigurato con questa pianta in mano perchè secondo le fonti Patrizio lo utilizzò come simbolo della Trinità.

IL VERDE

La tradizione vuole che il giorno di San Patrizio le persone indossino qualcosa di verde e portino un trifoglio nel taschino. In realtà , inizialmente, il colore legato al vescovo era il blu che fece poi posto al verde richiamando il trifoglio ed anche la natura rigogliosa del territorio.

Persino il cibo che si consuma il 17 Marzo e la birra è verde.

PATRONO

San Patrizio è patrono di Irlanda insieme a Santa Brigida e Columba. E’ protettore degli ingegneri e morì proprio il 17 Marzo del 461.

LA  LEGGENDA DELLA PENTOLA D’ORO

Sempre al 17 Marzo ed alla festa irlandese è collegata, tuttavia, la leggenda pagana della pentola d’oro e del Leprecauno. Anzi, possiamo dirvi che questo gnomo dal grande cappello verde è diventato in Irlanda proprio il simbolo della festa.

Il Leprecauno è un folletto ciabattino  e quando non lavora si diverte a fare scherzi soprattutto agli avari ed ai ladri. Di fatto è un pigrone che ama vivere in solitudine e la sua missione sulla terra è quella di custodire una pentola piena di monete d’oro che è collocata alla fine dell’arcobaleno.

Secondo la leggenda Barry, un giovane contadino che attraversava un periodo di sfortuna un giorno incontrò Barry, un folletto che si lamentava a causa della sua età di non poter arrampicarsi sul monte in cui si trovava il suo tesoro. Barry lo aiutò ed allora lo gnomo per sdebitarsi gli regalo una parte della sua ricchezza. Il contadino, tuttavia, raccontò del suo fortunato incontro ad un vicino cattivo ed avido che attratto dall’idea dell’oro si recò su monte facendo arrabbiare il folletto che ferito e deluso da Barry finì per vendicarsi distruggendogli l’orto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Sara Falciani