« Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, affrontando solo i fatti essenziali della vita, per vedere se non fossi riuscito a imparare quanto essa aveva da insegnarmi e per non dover scoprire in punto di morte di non aver vissuto. Il fatto è che non volevo vivere quella che non era una vita a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, succhiare tutto il midollo di essa, volevo vivere da gagliardo spartano, per sbaragliare ciò che vita non era, falciare ampio e raso terra e riporre la vita lì, in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici. »
Di sicuro tutti noi di fronte a queste parole abbiamo sussultato e facendo un tuffo nostalgico nel passato le abbiamo ricondotte alla “Setta dei poeti estinti” ed ad uno dei film più belli della storia del cinema: “l’Attimo Fuggente”!
Eppure in pochi sanno che quel bellissimo pezzo è tratto da “Walden” ( Storia nei Boschi) , il capolavoro letterario di Henry David Thoreau scomparso il 6 Maggio del 1862 a causa della tubercolosi. Thoreau nato nel 1817 nel Massachussets si laureò ad Harvard e dopo i suoi studi si appassionò notevolmente oltre alla poesia greca e romana anche alle filosofie orientali ed alla botanica. Ed è proprio il rapporto con la natura a segnare e caratterizzare il suo pensiero e portarlo ad essere considerato oggi un autore molto attuale e nello stesso tempo e per lo stesso motivo un intellettuale non capito e particolarmente osteggiato ai tempi suoi. Si può dire che con lui è nata una letteratura di carattere “più ecologico”. Fervido sostenitore del concetto secondo il quale la felicità era racchiusa nel poco e nel semplice Thoreau condusse una vita in solitudine osteggiando lo sviluppo della tecnologia che stava invadendo gli USA in quel periodo ed incoraggiando i suoi lettori a contrapporre alla macchina della civiltà un rapporto più profondo con se stessi , un ascolto più attento del proprio io ed una maggiore cura della dimensione più intima di ogni essere umano. Egli sostenne che sicuramente il rapporto dell’uomo con la natura avrebbe garantito una pace ed una serenità ben lontana dall’idea diffusa in quel tempo il raggiungimento della felicità fosse legato al concetto di possesso di beni. Walden , che diventerà una delle sue opere principali e senz’altro un caposaldo della letteratura americana, nasce proprio dall’esperienza vissuta in prima persona dall’autore che per un periodo di due anni (1845-1847) si ritirò a vivere da solo in campagna , sulle sponde del lago di Walden ( da qui il titolo). La ricerca di una vita ecosostenibile e l’attacco alla società del superfluo e dell’abbondanza fanno di Walden un libro che potrebbe essere stato scritto ieri e che oggi ( a differenza di ieri) potrebbe avere largo seguito. Le persone alle quali lo scrittore si rivolgeva , infatti, non erano certo quelli che nella società del consumo erano felici e vivevano bene ma a coloro che già al suo tempo avevano capito che da quella società “per bene” sarebbero stati sempre estromessi, a coloro che sentivano il bisogno di ricominciare lontano, di dare una opportunità ad una nuova vita che li portasse a “perdere il mondo per ritrovare se stessi”. Solo il contatto con la natura può rieducare l’uomo e portarlo nuovamente a sentire la vita fatta di emozioni, di un cuore che batte e di uno stomaco che parla e solo che un tuffo nel “selvatico” può riportare l’uomo a sé ed alla affermazione di un individualismo che si impone sul concetto di massa che la società vorrebbe invece costringere a seguire.
“Se non hai bisogno di udire il mio pensiero, perché sai leggerlo sul mio viso e nel mio comportamento, allora te lo esporrò dall’alba al tramonto. Se non sai indovinarlo, non comprenderesti ciò che dico”
Si narra che Thoreau avesse abbattuto con un’ascia dei pini bianchi costruendosi da solo la umile dimora che lo ospitò in quei due anni dedicati totalmente al rapporto con la natura tanto che Walden può essere descritto non solo come un diario ma anche come il frutto di un esperimento sociale con il quale Thoreau volle testimoniare al mondo che l’uomo avrebbe potuto vivere tranquillamente in condizioni più umili ed addirittura di povertà e che il suo benessere non solo non ne avrebbe risentito ma al contrario sarebbe sicuramente migliorato una volta raggiunta la consapevolezza che lontano dall’utile mercantile l’uomo riusciva ad essere autore del proprio destino dipendendo più da sensazioni ed emozioni che non dai beni materiali e dall’assuefazione al pensiero sociale.
La massa degli uomini serve lo Stato in questo modo, non come uomini soprattutto, bensì come macchine, con i propri corpi. Essi formano l’esercito permanente, e la milizia, i secondini, i poliziotti, i posse comitatus, ecc. Nella maggior parte dei casi non v’è alcun libero esercizio della facoltà di giudizio o del senso morale; invece si mettono allo stesso livello del legno e della terra e delle pietre, e forse si possono fabbricare uomini di legno che serviranno altrettanto bene allo scopo. Uomini del genere non incutono maggior rispetto che se fossero di paglia o di sterco. Hanno lo stesso tipo di valore dei cavalli e dei cani. Tuttavia persino esseri simili sono comunemente stimati dei buoni cittadini. Altri, come la maggior parte dei legislatori, dei politici, degli avvocati, dei ministri del culto, e dei funzionari statali, servono lo Stato principalmente con le proprie teste; e, dato che raramente fanno delle distinzioni morali, sono pronti a servire nello stesso tempo il diavolo, pur senza volerlo, e Dio. (da Disobbedienza civile).
La prosa di Thoreau è molto scorrevole, la semplicità con il quale lui espone la grandezza e l’avanguardia del suo pensiero è spiazzante, la sua ironia graffiante frutto di una mente che pur avendo prediletto il rapporto con se stesso e la vita in solitaria non aveva tuttavia perso di vista quelli che erano i mali della sua società tanto da ammonire e prendere in giro i suoi contemporanei.
“Mi viene da pensare che non sono tanto gli uomini i guardiani delle greggi ma le greggi guardiani degli uomini, perché quelle sono molto più libere di questi”.
Chiudiamo questo articolo con qualche curiosità in più qualora queste poche righe su Thoreau vi avessero incuriosito.
Walden ha ispirato anche Sean Penn ai tempi delle riprese di “Into the Wild”.
Oltre a Walden un’altra grande opera dello stesso autore è stata “Disobbedienza Civile”.
Bene ed allora che state aspettando a correre in libreria? Buona scoperta a tutti!
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