Anche quest’anno dopo Natale è cominciato il periodo più leggero ed irriverente dell’anno : il Carnevale e quando si parla di Carnevale in italia il pensiero non può non andare subito a Venezia, alle sue maschere famose in tutto il mondo ed ai suoi preziosi costumi.
Nel periodo carnevalesco i ponti e le calle di questa magica città vengono animate dal passeggio e dalla vanitosa sfilata di costumi d’epoca meravigliosi tanto da dare il via ad una vera e propria gara a chi indossa l’abito più bello, più ricco, più sofisticato, l’elegante veste che attira lo sguardo dei veneziani e di turisti provenienti da tutto il mondo pronti a rimanere a bocca aperta di fronte a tanto lusso ed alla raffinatezza dei dettagli.
Cuore del Carnevale veneziano è senz’altro lo stupendo palcoscenico di Piazza San Marco , salotto bene della città. Altro simbolo indiscusso della Serenissima sono le preziose maschere.
Ciò che molti non sanno è che a Venezia le maschere non si usavano solo nel periodo di Carnevale. La loro origine risale al 1268, anno del primo documento ufficiale che ne fa menzione. Si tratta di una legge con la quale veniva vietato ad uomini mascherati detti “mattaccini” di prendere in giro le signore che camminavano per le calli tirando contro di loro delle uova riempite con acqua di rose ( gioco delle ova), scherzo pare non particolarmente gradito dalla dame. Le maschere per i veneziani erano strumenti preziosi usati oltre che in occasione di cerimonie ufficiali anche e soprattutto per nascondere la propria identità ora vuoi per concedersi qualche scappatella sentimentale ora per sfuggire ai creditori quando si entrava per una partita al casino. La diffusione nell’uso delle maschere diede origine ad una vera e propria figura professionale quella del mascarero che aveva addirittura un proprio regolamento e nella categoria dei mestieri rientrava tra i pittori. Nel 1773 si contavano in città circa 12 botteghe che realizzavano per lo più maschere in cartapesta che venivano in unse condo tempo impreziosite anche con stoffe pregiate e gioielli.
L’uso e soprattutto l’abuso delle maschere, spesso utilizzate anche a fini criminali costrinse, tuttavia, ad un certo punto la Repubblica veneziana ad intervenire imponendo divieti che limitassero la circolazione mascherata. Già nel 1339 fu negata la possibilità di girare di notte indossando delle maschere ma col tempo il loro uso fu vietato anche per entrare nei monasteri, nei casinò e nei teatri mentre un tempo era addirittura considerato un obbligo per le donne sposate indossare la maschera durante lo spettacolo.
Solo durante il periodo di Carnevale era possibile lasciarsi andare e finalmente sovvertire tutte le regole non temendo punizioni e così prima della Quaresima i veneziani tornavano a ridere, fare scherzi, amoreggiare e godersi la vita nel modo più leggero possibile dando spazio alla fantasia , alla creatività ed inneggiando alla vita con cuore allegro.
Tra le maschere più famose annoveriamo senz’altro la bauta e la moretta.
La bauta era una maschera bianca che copriva tutto il volto ed era usata indistintamente da uomini e donne. Il costume completo si componeva anche di un cappello nero a tricorno, un velo ed un abito nero.
La moretta inizialmente era usata solo dalle donne , per lo più per recarsi in convento. Derivava dalla tradizione francese, aveva forma ovale ed era rivestita di velluto nero. La caratteristica principale stava in un bottoncino interno che fungeva da perno e la teneva legata alla bocca , quindi si parla di una cosiddetta maschera muta.
Nel 1797, tuttavia, la Repubblica di Venezia cadde ed il sopravvenuto governo austriaco limitò ulteriormente ed in modo molto rigido l’uso delle maschere anche se i veneziani cercarono in tutti i modi di non permettere che questo simbolo cittadino venisse completamente soppresso. Con l’800 e l’entrata di Venezia nel governo italiano la situazione si alleggerì e molti divieti saltarono anche se ormai la romantica laguna non era considerata più la ricca regina di Italia ma solo un piccolo centro di provincia eppure oggi sappiamo la sua anima mascherata ha resistito fino ai giorni nostri regalando senza alcun dubbio alla città fra colori e risate d’oro e d’argento il più bel Carnevale nazionale.
“L’uomo è meno se stesso quando parla in prima persona. Dategli una maschera, e vi dirà la verità.” (Oscar Wilde)