Con questo articolo oggi vogliamo fare un regalo a tutti gli appassionati di uno degli sport più intensi, duri, logoranti e nello stesso tempo rigeneranti: la corsa.
Lo faremo facendovi scoprire attraverso le parole di un protagonista speciale, alle sue giornate, ai suoi allenamenti ma anche sogni, una delle maratone più affascinanti , prestigiose e nello stesso tempo impegnative del panorama internazionale, il traguardo che tutti coloro che hanno la corsa nel sangue vogliono tagliare…stiamo parlando di Spartathlon!
Per essere più precisi chiariremo subito per i non “addetti ai lavori” (me compresa) che Spartathlon con i suoi 246 km ( avete letto bene!!) appartiene, in realtà, alla categoria delle ultra-maratone così come vengono definite tutte le gare che superano i 42,195 Km, considerata la distanza ufficiale dal 1924.
La Spartathlon ripercorre in chiave agonistica l’impresa di Filippeide, il famoso messaggero che nel 490 A.C gli ateniesi inviarono a Sparta per chiedere aiuto contro i persiani nella battaglia di Maratona. Dal 1983 , anno della prima edizione della “Open International Spartathlon Race” i runners più in gamba del pianeta si incontrano ad Atene per vivere una delle esperienze più indimenticabili della loro carriera. Solo i migliori riescono a partecipare, gli atleti, infatti, vengono ammessi sulla base di requisiti selettivi molto competitivi ottenuti soprattutto in gare di ultra-maratone.
Per conoscere più da vicino le caratteristiche di questa incredibile impresa sportiva e percepire la sana tensione che la precede abbiamo incontrato Massimo Ciocchetti, classe 1986, uno sportivo purosangue ma prima di tutto un ragazzo pulito, sano e travolgente che, nonostante la giovane età, di maratone ed ultra-maratone è un vero esperto. Pensate che a soli 30 anni Massimo è in Italia il ragazzo più giovane ad aver corso ben 118 tra maratone ed ultra maratone in circa 3 anni, un risultato, credetemi, davvero sorprendente non solo per noi comuni mortali ma anche per coloro che hanno fatto della corsa uno stile di vita e che conoscono benissimo gli enormi sacrifici che ci sono dietro questi numeri.
Abbiamo scelto lui come testimonial speciale di Spartathlon perché Massimo, che corre per il gruppo sportivo “Bancari Romani” http://www.bancariromani.it/ grazie alla tenacia dei suoi sforzi, alla sua resilienza ed ai tempi straordinari ottenuti in gara è uno dei 20 italiani che il prossimo 30 Settembre partiranno dall’acropoli di Atene per “portare il proprio messaggio” a Sparta.
Basta sentirlo parlare di questa gara per vivere insieme a lui un’ emozionante avventura. L’entusiasmo delle sue parole ti travolge in maniera così dirompente da farti sembrare quella di Sparta una piacevole e rilassante passeggiata ma se lo osservi bene il suo sguardo è fuoco bollente e mentre lui ti descrive i vari passaggi della gara nei suoi occhi scorrono tutte le maratone corse fino a quel momento per ottenere questo risultato, la fatica di allenamenti quotidiani molto duri, il sudore di giornate in cui senti che il tuo corpo e la tua testa non rispondono più ai comandi, le rinunce che hai dovuto fare ma anche i sorrisi aperti e gli straordinari gesti di solidarietà che gli atleti si scambiano mentre corrono, ci vedi la luce che precede ogni finish line e finalmente quelle braccia che accarezzano il cielo festeggiando ogni arrivo.
Quando gli chiedo qual è il suo primo pensiero quando arriva al traguardo ( immaginando pensieri aulici ed altisonanti) la risposta mi fa sorridere divertita:
Ogni volta che taglio un finish line mi dico sempre… “ma chi me l’ha fatta fare”? (M.C)
In effetti a ben pensarci dopo almeno 100 km di corsa non c’è davvero posto per altri pensieri…. ha ragione lui!
Maratona di San Valentino- Terni. La numero 100!!
Massimo nasce come calciatore e la corsa è entrata nella sua vita quasi per caso quando correndo a Villa Pamphili ( uno dei parchi più grandi di Roma) è stato notato da atleti molto più esperti di lui che osservando i tempi di questo ragazzone romano dal fisico tutt’altro che esile e dal quadricipite da serie A l’hanno spinto a provare, a mettersi in gioco in qualcosa di più serio.
Il 16 Dicembre 2012 a Pisa corre la sua prima maratona ( quella che non si dimentica) e da allora non si è più fermato percorrendo il globo terrestre in lungo ed in largo come Forrest Gump con l’unica differenza che qui non siamo al cinema ed anche se si stenta a crederlo la sua è una esaltante ed a tratti stravagante realtà. Ho voluto metterlo alla prova per scherzo ma alla fine sono rimasta senza parole perchè basta nominare un qualsiasi luogo sul pianeta Terra per sentire Massimo confermare che le sue gambe ci hanno lasciato il segn0. Tokyo, Belgrado, Mosca, Boston, Seoul, Dubai, Panama, Chicago, New Delhi, Omsk, Stoccolma e tantissimi altri posti sono stati protagonisti di pagine della sua vita e di esperienze che in alcuni casi l’hanno arricchito come uomo prima che come professionista. Alcune corse sono state vissute a cuore più leggero come allenamento, altre sono state più impegnative e magari c’è stata un po’ di “ansia da prestazione” perchè erano importanti steps di qualificazione mentre in altri casi più che la corsa dell’atleta è stato il viaggio interiore dell’uomo a donare un’anima al percorso ed a ripagarlo della fatica sostenuta.
Per me ogni gara a cui partecipo è importante. E' un test nel quale rispecchio tutte le fatiche settimanali e nel quale scarico le tensioni ed i pensieri negativi che mi avvolgono. Gerusalemme, per esempio, per me è stato il viaggio, non la maratona!( Massimo Ciocchetti)
Non ho neanche provato a chiedergli se avesse corso quella di New York… ” Elementare, Watson”!!!
Mentre lo immagino nei posti più sperduti ma nello stesso tempo affascinanti del mondo e le sue gambe e la sua testa lottano per non mollare, Massimo mi spiazza di nuovo e mi parla delle tre grandi del freddo: Alaska, Siberia e Groenlandia.
No, questo è davvero troppo per me che mai avrei immaginato la possibilità di “correre con i pinguini”. Certo che più conosco il mondo della corsa più ne resto stregata e mi rendo conto che quello che noi vediamo in tv è molto lontano dalla realtà che questi uomini e donne straordinarie vivono insieme. L’esperienza mi sembra così surreale che non riesco neanche ad immaginare cosa si possa provare a correre in territori di una bellezza primordiale che lo scorrere del tempo ha valorizzato e reso ancora più puri, luoghi a confine con il mondo che la maggior parte di noi non avrà mai modo di visitare, posti in cui la tua anima annichilita dallo stress della grande metropoli si risveglia contemplando la meraviglia di un paesaggio selvaggiamente perfetto che mai nessun artista potrà dipingere. Gli chiedo di descrivermi queste “gelide” esperienze con 3 aggettivi per cercare di fare mie le sue sensazioni:
“Vitali, pure, incontaminate”! ( M.C)
Ripenso a Sparta che è il motivo per cui ho cominciato questa intervista che mi sta portando davvero dappertutto e tra me e me mi ripeto: “Certo che ce la farà, figurati se un tipo così non arriva in fondo” ma, chiaramente, non ho lucida consapevolezza del sacrificio abnorme che viene richiesto ai partecipanti. E’ proprio Massimo a spiegarmi che questa ultramaratona ha inizio in genere alle 7.00 del mattino dell’ultimo weekend di Settembre e si corre totalmente su strada. I corridori iscritti sono ogni anno circa trecentocinquanta ( numero chiuso) ma a tagliare il traguardo giunge circa un terzo. Si parte da Atene in direzione Sparta e la prima tappa importante è il “Canale di Corinto”. I runners devono passare attraverso 75 check points ed il percorso complessivo deve essere terminato entro 36 ore. Inoltre ad ogni check point che è anche punto ristoro bisogna registrarsi entro specifici cancelli orari stabiliti dagli organizzatori. Si tratta di limiti molto rigidi e se non li rispetti sei irrimediabilmente fuori. Non sono ammessi, inoltre, durante il percorso supporti psicologici di nessun tipo, né l’uso di cellulari , né di cuffie ed Mp3 e non viene permesso neanche agli amici o famigliari di seguire il podista.
Spartathlon è una sfida estrema con te stesso e con i tuoi limiti di essere…. umano!
Anche per questo rimane una delle ultra-maratone più massacranti al mondo ma nello stesso tempo quella che corri per la tua “gloria”, per il semplice fatto di poter dire a te stesso che tu c’eri e di entrare anche tu nella leggenda, per far parte di un mondo che è perfetta fusione tra mito e storia. Gli atleti che partecipano a questa ultra-maratona, infatti, non lo fanno di certo per soldi perché a fronte di spese di iscrizione piuttosto alte i guadagni sono veramente esigui. La vera vittoria, quella che non ha prezzo, è rappresentata per loro dal bacio del “piede di Leonida” , la statua del famoso re che li attende a Sparta e che rappresenta per loro, giunti al viale del traguardo, la prima testimonianza concreta di essere arrivati fino alla fine, stremati, distrutti, sconvolti ma in estasi ed a volte davvero con le allucinazioni in corso. Per tutti “gli eroi ” che ce la fanno è prevista una corona di rami e foglie di alloro ed una placca simbolo della gara. Seguendo la tradizione i “vincitori” ( perché arrivati a quel punto lo sono davvero tutti ex aequo) berranno dalla coppa (offerta loro da una donna spartana) l’acqua sacra del fiume che scorre accanto alla città.
Massimo parla ed io ormai assolutamente rapita dalle sue parole la mia Spartathlon l’ho già vissuta, partecipata e vinta…ok se devo sognare tanto vale farlo alla grande!!
“Ti ricordi dov’eri quando hai ricevuto la mail di ammissione alla gara?” Voglio immaginare e bloccare nella mia testa uno di quei momenti di pura felicità che nella vita si vivono ben poche volte.
Capto di nuovo quella luce particolare negli occhi: “ Lo ricordo come se fosse ora. Primi di Marzo, erano passate da poco le 6 del mattino e mi stavo preparando per andare a lavoro”.
Immagino la scena e sorrido tra me e me , deve essere bello quando il cuore comincia a saltarti dentro il petto e vuole correre dappertutto mentre tu devi inseguirlo e rimetterlo al posto suo perché il cuore, anche in presenza della più bruciante delle passioni, non lo puoi perdere per nessuna ragione al mondo! A questo riguardo chiedo a Max ( uno dei suoi diminutivi) di parlarmi dei gesti di solidarietà che contraddistinguono le gare. A volte mi è capitato di vedere qualcosa in tv, scene che mi hanno sempre scaldato il cuore: sorrisi, abbracci, lacrime di gioie che si mischiano al sudore, pacche sulle spalle e tutto quanto di più bello che lo sport può regalare quando non corri solo per te e la tua medaglia più importante è rappresentata dalla consapevolezza di essere ad ogni arrivo una persona migliore di quella che solo qualche ora prima era ai nastri di partenza.
Ogni gara finisce con un abbraccio
La corsa è davvero uno sport che fa uscire il meglio ed il peggio di te in una sorta di figurata dialisi: prende tutti i tuoi pensieri negativi, lo stress, la stanchezza, l’apatia, il nervosismo li lascia per strada man mano che tu procedi e ti pulisce dentro. Ti libera l’anima e permette al tuo io migliore di confrontarsi con te stesso e con gli altri favorendo la nascita di legami sinceri, veri, puliti che in altri contesti non sarebbero mai nati.
E’ il caso dell’amicizia di Massimo con Salvatore Gorgone , 65 anni e 148 maratone alle spalle. Padre, marito, professionista nel ramo finanziario, runner: un uomo completo ma soprattutto un grande esempio da seguire e la dimostrazione in carne ed ossa di come l’età sia un solo un numero quando è la passione a spingerti! Massimo e Salvatore si sono incontrati nel Dicembre 2012 a Pisa in occasione della prima maratona di Max e da quel giorno hanno condiviso gare, viaggi, sforzi e sorrisi…soprattutto tanti sorrisi e soddisfazioni! Insieme i due amici formano un duo imbattibile: lì dove Massimo porta energia, vigore ed una “giovane incoscienza”, Salvatore porta esperienza, maturità ed equilibrio ed è proprio questa complementarietà durante le gare a portarli sempre insieme a tagliare il traguardo!
Se penso che molti suoi coetanei di 30 anni non ce la fanno spesso neanche a passare dalla tavola al divano lo ammiro. “Questo ragazzo ha una forza di volontà tale che riuscirebbe a spostare una montagna con un occhiolino”, penso. Il sorriso è gentile, la disponibilità a rispondere è totale e poi è chiaro che quando si parla di maratone con Massimo lui andrebbe avanti per giorni. Mi racconta aneddoti divertenti vissuti dentro e fuori le gare, mi descrive luoghi fantastici, mi spiega meglio come un atleta affronta i momenti di crisi che inevitabilmente ti possono cogliere durante una gara, mi fa capire la differenza di problema e soluzione tra un calo fisico ed una “crisi di testa”.
L’ironia delle sue battute fa sembrare tutto così facile eppure dietro quegli occhi così entusiasti ci sono giornate di allenamenti condotti affrontando ogni temperatura, sotto il caldo torrido e sotto l’acqua, allenamenti che spesso lui che nella vita di tutti i giorni è un istruttore di educazione fisica in palestra ed un personal trainer deve cercare di piazzare tra una pausa e l’altra per non sottrarre tempo al suo lavoro che ama ed ai suoi allievi che non lo sostituirebbero con nessun altro e con i quali ha creato un rapporto speciale. E poi ci sono infortuni e dolori fisici che bisogna recuperare in fretta, serate con gli amici ai quali si è detto di no perché il giorno dopo bisognava alzarsi presto, tempo sottratto alle persone care ed all’affetto e tutto per quella sensazione indescrivibile di appagamento e di “sano turbamento” che la corsa regala in un rapporto costante di “odi et amo”!
La mia famiglia mi appoggia, sa quanto io ami lo sport. Certo non condividono a pieno tutte queste gare e tutti questi Km che faccio settimanalmente ma ormai hanno imparato ad accettarmi ( Massimo Ciocchetti)
La chiacchierata è piacevole, Massimo è un “bravo ragazzo” prima di essere un atleta molto ammirato nel mondo della corsa e questo lo sanno bene anche gli sponsor : Noene (http://www.noene-italia.com/), Bv Sport, ( http://www.bvsport.com/it/), Sziols (http://www.sziols.it/ ) che lo hanno voluto come testimone dei propri prodotti ma ancora prima dei propri valori morali.
Il nostro tempo è finito, lui deve letteralmente “CORRERE” a lezione, Sparta è il sogno che lo aspetta e che si sta avvicinando in fretta ma prima di arrivare sull’Olimpo c’è la vita vera da vivere.
Lo ringrazio per il tempo che nonostante i mille impegni ha trovato per me ma lui ringrazia me per aver dedicato un articolo al suo mondo ed alla “Olimpiade degli ultra-maratoneti” permettendo a tutti gli innamorati della corsa di condividere con lui “il mito” ( così viene anche definita Spartathlon) e non se ne va prima di avermi detto che un grazie particolare lo deve anche ai centri sportivi in cui lavora:
Free Time Sporting Club(http://www.freetimesportingclub.net/),
Columbus Fitness Club (http://www.columbusfitnessclub.it/)
Fitness Play (http://www.fitnessplay.eu/)
perché è anche grazie a loro (che gli danno la possibilità di assentarsi quando in alcuni casi deve affrontare lunghi spostamenti) che lui è arrivato a disputare 118 gare ed avere la possibilità di partecipare a Spartathlon.
“In bocca al lupo Max, torna vittorioso”, questo dice la mia bocca ma lui prima di riprendere il suo borsone forse mi legge nel pensiero perché sorridendomi deciso mi risponde: “ad oggi è il mio obiettivo primario, per quello che ho dedicato alla preparazione e per il tempo che ho tolto alle persone care, al lavoro ed al mio riposo. Devo arrivare! PUNTO.
D’altra parte qualcuno un giorno ha detto:
SOLO COLORO CHE RISCHIANO DI ANDARE TROPPO LONTANO SCOPRONO FIN DOVE POSSONO ARRIVARE (T.S. ELIOT)
noi forse non sappiamo ancora dove possiamo arrivare ma di sicuro sappiamo che il 30 Settembre saremo tutti in Grecia con lui!!!
Si ringrazia per la foto copertina e le foto professionali Gianfranco Bartolini. Tutti i diritti sono riservati.