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4 Nov

“L’infinito” lascia le Marche…

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude…..

Chissà se Leopardi  mentre scriveva una delle sue poesie più celebri riflettendo sullo scorrere del tempo e sul triste destino umano in un affascinante intreccio tra malinconia del paesaggio e stati d’animo dell’uomo avrebbe mai pensato che un giorno quella siepe a lui tanto cara sarebbe stata ferita dalla mano di quella stessa natura di cui era ed è figlia.

Purtroppo nulla può la bellezza della poesia contro la ribellione all’uomo di acqua, cielo e terra e così da due giorni la casa dell’ “infinito” poeta è stata chiusa al pubblico per motivi precauzionali e quel colle tanto amato e studiato è stato anch’esso vittima dei terribili  terremoti degli ultimi giorni che hanno messo in ginocchio l’Umbria e le Marche.

”La fessura – ha dichiarato all’ANSA  il sindaco di Recanati Francesco Fiordomo – ha messo in evidenza come lo scivolamento a valle, provocato da una grave debolezza idrogeologica, ha fatto danni forse irreversibili”

A rischio anche 27 manoscritti leopardiani tra i quali il celebre “Infinito” ospitati finora nel Museo dei manoscritti leopardiani di Visso (in provincia di Macerata) che è stato uno dei centri maggiormente colpiti dalle scosse.  I manoscritti di Leopardi sono giunti a Visso nel lontano 1868 quando Prospero Viani , preside del Liceo Galvani di Bologna , che ne era legittimo proprietario fu costretto per far fronte a difficoltà economiche a venderli  all’allora sindaco di Visso Gaola Antinori per la somma di quattrocento lire. Ma ai giorni nostri i danni riportati dal Palazzo dei Governatori  hanno messo in allerta il sindaco di Visso che ha già preso contatti per non rischiare che una testimonianza di così inestimabile valore venga compromessa da cataclismi imprevedibili e sempre più impressionanti.

Al momento i preziosi documenti sono stati trasferiti presso il caveau di una banca in attesa di conoscere quale sarà il proprio destino e la prossima destinazione che potrebbe portarli, per la prima volta, da quando Leopardi li concepì, lontani dalle colline marchigiane e dai luoghi del cuore.

Il sindaco di Bologna Virginio Merola si è reso disponibile ad ospitare i testi manoscritti dimostrando solidarietà  e forte sensibilità. Al momento , tuttavia, il trasferimento non è ancora avvenuto e di certo il distacco dalla natia terra non sarà facile così come il naufragar sarà tutt’altro che dolce!!

 

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Sara Falciani