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14 Mar

Il genio non è un’illusione: la prospettiva del Borromini!

Oggi in vista del weekend ( e sperando in una prossima riapertura di tutti i meravigliosi musei italiani) vi portiamo con noi a scoprire una delle tante perle d’arte che Roma orgogliosamente ospita: la prospettiva del Borromini.

Prima di spiegarvi i dettagli di uno degli esempi più significativi di illusione ottica in campo artistico ricordiamo che Francesco Borromini è stato uno dei più grandi architetti italiani , attivo soprattutto nel periodo barocco, anche se, ahimè, forse il suo genio non ha mai, fin in fondo, avuto la considerazione ed i riconoscimenti che meritava. Per questo motivo il suo nome è sicuramente meno conosciuto di quello del Bernini, dapprima suo “maestro” e poi suo nemico ed ossessione. Tra i due , infatti, c’è stata una grande rivalità artistica, e non solo, e si mormora che Borromini in vita abbia sofferto non poco per il successo e le luci della ribalta riservate al Bernini. Comunque, tornando alla nostra principale attrazione vi diciamo subito che se vi troverete a visitare Roma, alle tappe irrinunciabili e sicuramente più turistiche dovrete aggiungere anche Palazzo Spada.

Dopo aver ammirato le opere esposte nelle sue sale scendete in giardino e lì ad attendervi troverete, appunto,  la famosa galleria prospettica.

 

spada

Palazzo Spada- Prima sala

                                                                                                                sala spada

Per rendervi conto dell’ingegno del Borromini dovrete posizionarvi a circa 10 metri dall’inizio della stessa e proprio in quel momento noterete che da quel punto la galleria vi apparirà lunga circa 35/37 metri. Alla fine del suo percorso noterete una statua che sembrerà anche lei di grandi dimensioni. La realtà sarà invece ben diversa e resterete molto stupiti nell’apprendere che, di fatto, la galleria non misura in lunghezza più di 8 metri ( circa dieci passi) e seppure a voi non sarà permesso attraversarla se sarete accompagnati da una guida autorizzata che la percorrerà al posto vostro allora avrete ben chiara davanti ai vostri occhi la dimostrazione dell’ illusione prospettica. Infatti all’ingresso della galleria la vostra guida sarà sovrastata da colonne alte circa 3 metri ma man mano che percorrerà la galleria vedrete la sua figura ingigantirsi tanto che al termine del percorso la vostra guida sarà quasi più alta delle colonne stesse. Lo stupore diventerà ben più grande quando la guida si posizionerà accanto alla statua che solo a quel punto svelerà le sue dimensioni reali molto lontane dal David di Michelangelo, per intenderci e di sicuro più vicine a quelle del famoso Mannequin De Pis di Bruxelles. Per chi non conoscesse il famoso puttino belga, diremo più semplicemente che la statua del Borromini misurerà solo 60 cm ed arriverà dunque al polpaccio della persona che gli si affiancherà.

prospettiva

Credetemi che lo stupore sarà tanto e la domanda sorgerà spontanea: ” ma come ha fatto”?

Il Borromini, da grande architetto qual era, ottenne questo risultato con alcuni accorgimenti tecnici: la sequenza di colonne ha altezza decrescente, il pavimento man mano che si procede si alza mentre il soffitto si abbassa in modo che tutti i piani finiscano per convergere in un unico punto di fuga. Inizialmente, tuttavia, e per onor di cronaca preciseremo che al posto della “statuetta” Borromini aveva previsto una siepe, dipinta sulla parete finale,  che accentuava maggiormente il gioco di prospettiva.

La galleria fu terminata dal Borromini in un solo anno tra il 1652 ed 1653 e fu commissionata all’artista dal proprietario del Palazzo: Bernardino  Spada grande appassionato di giochi prospettici. Pare che il cardinale alla fine dei pasti invitasse i suoi ospiti in  giardino per poi crogiolarsi e divertirsi nello stesso tempo di fronte allo stupore dimostrato al cospetto di quella magia architettonica.

Chiudiamo questo articolo svelandovi il motivo per cui il cardinale volle realizzare la galleria. Si tratta naturalmente di supposizioni, ma molto verosimili, riconducibili ossia alla volontà da parte di Bernardino Spada di dimostrare quanto l’apparenza possa ingannare e come molto spesso gli occhi vedano cose che non esistono e vedano grandezze effimere laddove solo ciò che si vede con la propria anima e con gli occhi del cuore non potà mai essere fonte di inganno o alcun dolore.

Bene, noi il nostro consiglio ve lo abbiamo dato ora starà a voi farne buon uso magari non subito ma con la giusta “prospettiva” capirete che questo è proprio un appuntamento da non mancare…appena l’arte italiana tornerà a trionfare!

 

 

 

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Sara Falciani