Questa mattina come sempre stavo guardando i titoli principali della giornata su Internet quando mi sono imbattuta in questa vignetta di Charlie Hebdo che mi ha fatto balzare sulla sedia per la sua ignoranza ed il suo cattivo gusto.
Ho guardato, ho letto e naturalmente non solo non ho riso ma ho provato una gran rabbia chiedendomi immediatamente chi potesse essere stato così “supponente” in Francia da autorizzarne la pubblicazione, una pubblicazione arrogante e strafottente, una pubblicazione “disumana”, una pubblicazione che non informa ma deforma qualsiasi concetto sensato di questo pianeta da quello di giornalismo a quello di rispetto!
In Italia solo pochi giorni fa un direttore di giornale è stato sollevato dall’incarico per aver definito “cicciottelle” il trio olimpico di tiratrici con l’arco ed i nostri cugini francesi si permettono di fare dell’ironia che ironia non è sulla tragedia che ha colpito pochi giorni fa il nostro Paese che ancora non ha finito di piangere tutte le sue lacrime visto che si continua ancora a scavare per recuperare corpi dispersi ed ormai esanimi.
Chi sono? Come si permettono? Ma soprattutto ….PERCHE’?
Premetto che il 7 Gennaio del 2015 in seguito all’attentato che costò la vita a 10 persone ( scusatemi ma non ce la faccio a chiamarli giornalisti) io rimasi con i piedi per terra non facendomi travolgere dall’ondata social popolare che inneggiava : “JE SUIS CHARLIE”. Prima di prendere posizione guardai le famose vignette (non fermandomi solo a quelle su Maometto) cercai di capire se effettivamente vi fosse una libertà di pensiero da rispettare e difendere sacrosantemente ma arrivai alla conclusione che no, non ero assolutamente d’accordo con la linea di pensiero di quel giornale che MOLTO VIGLIACCAMENTE dietro il nome della parola “satira” si permetteva non solo di offendere ma sbeffeggiare nel modo più irritante , disgustoso ed a tratti patetico religioni, popoli, tradizioni non fermandosi dinanzi a nulla.
Pur non ammettendo l’uccisione di chi si prende gioco del mondo pensando che sia tutto permesso ricordo bene che allora ed oggi ancor di più pensai e penso che la libertà di pensiero e di stampa è un’altra cosa e che non si può difendere una libertà di pensiero che travolge libertà altrettanto importanti come quella di religione, di costume , di coscienza.
Leggo la definizione di satira sul vocabolario per cercare giustificazioni all’esistenza di un giornale che per me non avrebbe mai dovuto essere finanziato e leggo:
Genere di composizione poetica a carattere moralistico o comico, che mette in risalto, con espressioni che vanno dall’ironia pacata e discorsiva fino allo scherno e all’invettiva sferzante, costumi o atteggiamenti comuni alla generalità degli uomini, o tipici di una categoria o di un solo individuo.
Bene, di comico e moralistico io in questa vignetta non vedo nulla né tantomeno vedo l’attacco a costumi ed atteggiamenti. Questa vignetta è triste così come deve essere triste la vita di chi per vendere 4 pezzi di carta non si ferma di fronte al pianto di bambini che hanno perso i genitori e che si preparano a vivere una vita che in pochi minuti ha perso tutto il suo senso, madri i cui figli sono stati massacrati dalle pietre e non sono certo il condimento di un piatto di lasagne, fratelli e sorelle strappati per sempre via da una disgrazia che colpisce sempre le persone sbagliate. La satira dovrebbe suscitare delle riflessioni ma di fronte a tanta ignorante ferocia c’è davvero poco su cui riflettere se non sul fatto che forse siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Rivedo la vignetta e penso che sia una pugnalata alle spalle di un morto perché non possiamo neanche dire che tu Charlie Hebdo ci abbia dato il colpo di grazia. L’Italia è ancora a terra ed infierire su un cadavere è un reato che oggi non tocca solo l’Italia ma l’umanità intera intesa sia come insieme di popoli che come sentimento di solidarietà umana, di comprensione e di indulgenza verso gli altri uomini , solidarietà che tu Charlie non solo non hai dimostrato ma ti sei divertito a calpestare e sputarci sopra.
La reazione più istintiva ma anche stupida sarebbe quella di augurare ai tuoi “scarabocchianti” di vedere un giorno i propri figli , madri e sorelle ridotte a condimento di una lasagna ma no cara Francia ,noi italiani seppur a terra fisicamente abbiamo un cuore buono e grande, redazione di Charlie capiamo che i vostri cari sono stati già puniti per il semplice fatto di essere legati nel sangue a voi e e non ci faremo portare via l’anima dal diavolo scendendo così in basso. Ci limiteremo solo ad augurarci ogni giorno di non essere come voi e ripeterci ininterrottamente “ JE NE SERAIS JAMAIS CHARLIE” perché dopo un terremoto si puo’ sempre rinascere ma quando si è morti dentro non c’è davvero più nulla da fare!!
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