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8 Set

La leggenda del Monachicchio

Ogni regione, si sa, ha le sue tradizioni, cultura, dialetto e leggende che parlano della propria storia  e, come cassetti segreti, svelano i dettagli più preziosi di una vita popolare, semplice e genuina, oramai sbiadita e rimpianta.

Quella del monachicchio è una figura legata al folklore lucano ed al mondo contadino tipico di questa terra così defilata dal panorama nazionale quanto ricca di cultura e magia.

Questo personaggio leggendario ricorda, seppur marginalmente , quella del “monaciello” napoletano ma vediamo di scoprirne di più.

Secondo la tradizione il “monachicchio” era l’anima di un bambino morto prima di ricevere il battesimo. Il suo aspetto fisico era piacevole, il carattere scherzoso e burlone e la sua figura caratterizzata da un cappellino rosso presente in tutte le sue avventure. Proprio per la sua tenera età, in genere, il monachicchio si palesava per lo più ai bambini sia di giorno che di notte giocando a nascondino o a rincorrersi e facendo festa con loro. La sua presenza non metteva paura e faceva molto piacere anche perché il passatempo preferito dai più piccoli consisteva nel rincorrerlo per sfilargli il cappellino e raccogliere le monete d’oro che copiosamente rotolavano fuori quando lo perdeva.  A volte lo spiritello si divertiva a fare piccoli scherzi ma mai con cattiveria o con fini malvagi e così poteva succedere che durante il sonno il fantasmino all’improvviso sfilasse le coperte, o facesse il solletico ai piedi o, in altri casi, alle bimbe più paffutelle leccasse con delicatezza le guance.

Con gli adulti gli scherzi erano un pochino più pesanti e così poteva capitare che, a volte, il monachicchio si poggiasse sul loro stomaco procurando una sensazione di oppressione mentre altre volte il dispettoso folletto si recava nella stalla divertendosi a legare fra loro la coda degli animali, godendosi poi il giorno dopo lo spettacolo dei contadini che non riuscivano a liberarli e si arrabbiavano.

Nessuno sapeva di preciso dove lo spiritello abitasse ma tutti pensavano che ogni sera il folletto impertinente  si ritirasse in una caverna misteriosa piena di ricchezze e tesori.

Anche Carlo Levi nel suo famoso romanzo ” Cristo si è fermato ad Eboli” parla del monachicchio descrivendolo così:

«I monachicchi sono esseri piccolissimi, allegri, aerei, corrono veloci qua e là, e il loro maggior piacere è di fare ai cristiani ogni sorta di dispetti. Fanno il solletico sotto i piedi agli uomini addormentati, tirano via le lenzuola dei letti, buttano sabbia negli occhi, rovesciano bicchieri pieni di vino, si nascondono nelle correnti d’aria e fanno volare le carte e cadere i panni stesi in modo che si insudicino, tolgono la sedia di sotto alla donne sedute, nascondono gli oggetti nei luoghi più impensati, fanno cagliare il acre, danno pizzicotti, tirano i capelli, pungono e fischiano come zanzare. Ma sono innocenti: i loro malanni non sono mai seri, hanno sempre l’aspetto di un gioco, e, per quanto fastidiosi, non ne nasce mai nulla di grave. Il loro carattere è una saltellante e giocosa bizzarria, e sono quasi inafferrabili. Portano in capo un cappuccio rosso più grande di loro: e guai se lo perdono. Tutta la loro allegria sparisce ed essi non cessano di piangere e di desolarsi finché non l’abbiano ritrovato. Il solo modo di difendersi dai loro scherzi è appunto di cercarli di afferrarli per il cappuccio: se tu riesci a prenderglielo, il povero monachicchio scappucciato ti si butterà ai piedi, in lacrime, scongiurando di restituirglielo. Ora i monachicchi, sotto i loro estri e la loro giocondità infantile, nascondono una grande sapienza: essi conoscono tutto quello che c’è sottoterra, sanno i luoghi nascosti dei tesori. Per riavere il suo cappuccio rosso, senza cui non può vivere, il monachicchio ti prometterà di svelarti il nascondiglio di un tesoro. Ma tu non devi desistere fino a che non ti abbia accontentato; finché il cappuccio è nelle tue mani, il monachicchio ti servirà. Ma appena riavrà il suo prezioso copricapo, fuggirà con un gran balzo, facendo sberleffi e salti di gioia, e non manterrà la sua promessa».

Di sicuro i nostri nonni saranno stati vittima dei sui scherzi ma, anche oggi, nessuno può stare davvero tranquillo perché, si sa, le leggende non hanno età!!

 

Poichè del monachicchio non esistono foto, quelle che troverete sono state liberamente tratte dal web e tutti i diritti appartengono ai medesimi autori

 

 

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Sara Falciani