La Plumeria, conosciuta anche come Frangipani o Pomelia, in Sicilia, è un arbusto tropicale il cui fiore bianco dall’odore dolce-speziato affolla le zone costiere di Sicilia e i balconi della zona di Palermo.
Con il nome infatti di ‘Plumeria Palermitana’, si identifica la prima varietà di acutifoglia che ha fatto le prime apparizioni nei mazzetti delle nobildonne che giravano il centro di Palermo, nonché presso le vie e i sontuosi palazzi nobiliari del centro. Giunta nel ‘700 in Europa ed in Sicilia, per mano degli Inglesi, ha fatto capolino, per la prima volta, presso l’Orto Botanico di Palermo, che ancora oggi ne conserva i suoi esemplari più antichi. La varietà ‘palermitana’ dai fiori bianchi e carnosi, e dall’insistente odore di vaniglia, cannella e rosa, è caratterizzata da petali arrotondati e in parte sovrapposti, quasi a formare un cerchio chiuso, e striature gialle, a volte rosa, di diversa intensità.
La coltivazione della Pomelia si è diffusa molto bene in Sicilia; dato che la pianta è di origini tropicali, non è difficile farla crescere sana e robusta: basta avere a portata di mano un bel po’ di sole, di cui l’Isola abbonda. Ma è un fiore anche piuttosto delicato, che oltre a temere il freddo, teme anche la siccità; non a caso viene coltivata nelle zone più miti di Sicilia (e della Liguria) come la zona di Palermo, dove funge da pianta ornamentale, anche per abitazioni private.
Immaginando di passeggiare per le vie di una splendida Palermo dei primi “900, saremmo stati ammaliati dal loro profumo, dolce, delicato, e agrumato, richiamando alla mente note speziate, di cannella, vaniglia, rosa selvatica e gelsomini.
Non vi era nobile palazzo che non ospitasse sui balconi, affacciati sul prospetto principale, vasi di “Pomelia”… ricoperta in estate di fiori morbidi e carnosi, di un bianco panna e con un raggio di sole nel loro cuore! Nei giorni di festa poi, tanti ragazzini, vendevano alle nobildonne, che passeggiavano per il centro di Palermo, mazzetti di “Pomelie” confezionati con nastrini e merlett
In Sicilia ne sono diffuse principalmente 5 varietà di acutifolia: la “Palermitana a fiore tondo”, la “Palermitana a fiore grande” e petali a punta, la “Palermitana rosa”, la acutifolia a fiore piccolo, bianco e cuore giallo, la acutifolia a fiore medio, bianco, con cuore giallo e striature rosse sul bordo. Non si sa se frutto di mutazioni genetiche grazie a qualche esemplare che in antichità abbia prodotto semi o se discendenze di esemplari differenti…. coltivate nell’Orto Botanico di Palermo.
Nel mondo, sono presenti più di 300 ibridi che vanno dai colori del bianco panna al lillà, e più di 7 specie, capaci di raggiungere anche la notevole altezza di 10 metri.
Il termine “Frangipani” come più comunemente è chiamata questa pianta deriverebbe invece da un famoso profumo, molto diffuso nel XII secolo, creato dal un nobiluomo italiano Muzio Frangipani, in quanto la fragranza dei fiori di Plumeria ricordava appunto questo profumo.
Il Frangipani è coltivato praticamente ovunque, dove le condizioni climatiche lo consentano. Ad esempio in India è chiamata “Pianta del tempio” perchè i suoi fiori sono portati come offerta nei templi; nelle Hawai è normalmente usato per fare ghirlande da donare agli ospiti in segno di amicizia e di pace e per adornare le feste di nozze.
Diversi anche i significati e che i vari popoli gli attribuiscono:
- alle Maldive, il frangipane rappresenta il ‘fiore del tempio’, ossia delle divinità locali e le isole ne sono infatti piene, del suo colore e del suo inebriante profumo. Tipicamente se ne trovano anche nei pressi delle moschee, e in generale intorno ai luoghi di culto;
- secondo alcune antiche leggende, il fiore del frangipane ha il potere di annullare le distanze, e di ridurre l’intervallo tra lo spazio e il tempo; in tal modo proietta la mente in spazi immaginari attraverso la seduzione del suo profumo. Il suo punto di forza non è infatti solo ‘l’aspetto fisico’ ma anche e soprattutto il suo effluvio, dalle tinte forti e avvolgenti;
- in Oriente, l’albero del frangipane è immortale, perché i suoi fiori sbocciano anche dopo il taglio dei rami;
- in Polinesia invece la considerano simbolo di immortalità e di buono auspicio, tanto da usarne i fiori per confezionare delle collane di benvenuto create dai Polinesiani in segno di amicizia e accoglienza, in quanto simbolo d’immortalità e buon auspicio;
- per i Thailandesi è considerata una pianta sacra, che affolla i vasi e i terreni di cimiteri e luoghi di culto. Cresce spontaneamente sull’isola di Creta, dove viene utilizzata come pianta da siepe per recinzioni.
Questo splendido fiore con un profumo dolce e speziato ha trovato nelle zone costiere della Sicilia un habitat perfetto, direi che non è il caso di stupirsi vista la bellezza di questa terra!