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2 Giu

70 anni di civiltà: il diritto di voto per le donne!

Il 2 Giugno 1946 rappresenta una data storica per il nostro Paese  non solo perchè segna il futuro  dell’Italia sancendo il trionfo della Repubblica e della voglia di rinascita e cambiamento degli italiani rispetto ai vecchi poteri monarchici ma anche perchè proprio quel giorno celebra una della vittorie più belle e significative per il mondo delle donne alle quali viene riconosciuto , finalmente, il diritto di voto.

Da un punto di vista normativo lo strumento che ha permesso questo cambiamento epocale è stato  il decreto n.23 del 1° febbraio 1945, “Estensione alle donne del diritto di voto” !

Molti Paesi prima dell’Italia avevano già attribuito al gentil sesso questa parità di diritti, il nostro Paese ci è arrivato più tardi ma di sicuro  ( a parte le amministrative di Marzo) il 2 Giugno 1946 le donne italiane hanno esercitato il loro potere e la loro volontà rispetto ad una decisione “vitale” e dobbiamo dire che le italiane del tempo un po’ per curiosità, un po’ per orgoglio, un po’ per fierezza non si tirarono di certo indietro affollando i seggi sin dalle prime ore del mattino.

Per essere precisi 12 milioni di donne su 14 milioni tra coloro che avevano i requisiti per votare si fecero trovare pronte quel giorno, per decidere insieme ai loro mariti, figli e fratelli se l’Italia sarebbe diventata una Repubblica o se il re avrebbe continuato a governare il suo popolo. Oggi sappiamo tutti come è andata ma non tutti sanno che ben l’89% delle donne che andarono a votare decisero di dare una nuova chance all’Italia, di dar vita ad un periodo di rinascita e rivincita dopo gli anni bui del fascismo e della guerra, di permettere alla Repubblica di rappresentare un nuovo domani per la loro amata penisola!

Ricordiamo tuttavia quel giorno non solo per la conquista dell’esercizio del diritto di voto ma anche perchè per la prima volta le donne godono anche della possibilità di essere elette, cosa impensabile fino a solo un anno prima.

Ebbene 21 donne ce la fanno e 5 di loro entrano addirittura a far parte “Commissione dei 75”, l’organismo incaricato dall’Assemblea di formulare la proposta di Costituzione da portare e dibattere in aula. Ricordiamo dunque con grande orgoglio il nome di queste piccole grandi donne : Angela Gotelli (Dc), Maria Federici (Pci), Nilde Iotti (Pci), Angelina Merlin (Psi) e Teresa Noce (Pci).

Di sicuro tra questi nomi tutti ricordiamo il suo: Nilde Iotti, donna di grande intelligenza, solida cultura, indiscusso carisma e forte carattere,  la prima donna ad essere eletta nel 1979 come Presidente della Camera e soprattutto la prima e forse ultima donna nella storia di Italia ad essere andata vicina ad un altro importante passo avanti che il nostro Paese aspetta da tempo: l’elezione di un capo del governo donna.  Proprio oggi, in occasione della festa della Repubblica in un giorno così importante per il Paese ricordiamo  con orgoglio e nostalgia questa  donna di “altri tempi” e lo facciamo proprio con le sue parole, significative e mai così attuali:

Questa Repubblica si può salvare. Ma, per questo, deve diventare la Repubblica della Costituzione. (Nilde Iotti)

Ed ora vi lasciamo con piccole curiosità che non cambieranno la vostra vita ma di sicuro vi faranno riflettere:

La Nuova Zelanda nel 1893 ( molto tempo prima, dunque) è stato il primo Paese a riconoscere il diritto di voto alle donne;

In Europa invece il la prima nazione ad autorizzare il suffragio universale fu il Granducato di Finlandia nel 1907 anno in cui vennero elette anche le prime donne in Parlamento;

Nel 1922 il Burma, attuale Birmania, è il primo Paese dell’Asia a  ad estendere alle donne il suffragio.

L’Ecuador nel 1928 è il primo Paese dell’America latina a riconoscer il diritto di voto alle donne;

In Sudafrica viene concesso nel 1930 il diritto di voto ma solo alle donne bianche. La discriminazione nei confronti dei neri terminerà nel 1994 quando anche le donne di colore avranno diritto a votare.

In Portogallo nel 1931 viene riconosciuto il diritto di voto ma solo alle donne diplomate alle scuole superiori, per gli uomini , invece, bastava saper leggere e scrivere ( no comment);

Nella legislazione internazionale il diritto di voto per le donne fu introdotto nel 1948 :  quando le Nazioni Unite adottano la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo;

In Arabia Saudita il diritto di voto alle donne è stato concesso nel 2015 anche se la parità resta per ora solo un dorato miraggio: le donne, infatti, nello svolgere la loro campagna elettorale non possono appendere manifesti, organizzare comizi nè tantomeno partecipare a trasmissioni e dibattiti televisivi;

In Vaticano il diritto di voto è limitato solo ai cardinali di età inferiore ad 80 anni;

A Cuba si inizia a votare a 16 anni, a Singapore a 21, in Italia a 18 tranne che per votare il Senato  (in questo caso si vota dai 25 anni in su), 18 anni anche per UK anche se fino al 1928 potevano votare solo le donne dai 30 anni in poi se sposate.

Questi dati di sicuro parlano di conquiste importanti ottenute giorno dopo giorno a costo di grandi sacrifici anche se a volte e con quello che accade sempre più spesso in giro fa quasi ridere di un ghigno nervoso e di sicuro indignare la consapevolezza di vivere in un Paese in cui le donne hanno conquistato il diritto di voto ma in moltissimi casi non hanno ancora il diritto di lasciare i propri uomini, di rifarsi una vita, di essere felici. Ebbene tutto questo deve far riflettere sul concetto di uguaglianza perchè forse quella è la vera chimera!

E se a questo punto vi state chiedendo cosa c’entra questa riflessione con il diritto di voto vi rispondiamo che prima del diritto di voto deve esistere ed essere riconosciuto ad ogni donna il DIRITTO DI ESSERE FELICE , quella del voto ha rappresentato una battaglia vinta ora è tempo di pensare a come trionfare in guerra!!!

 

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Sara Falciani