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25 Lug

25 Luglio 1943: la Waterloo del Fascismo!

Oggi pagina storica per voi, amici di Life!!

Cosa accadde il 25 Luglio di qualche annetto fa, vi starete chiedendo. Ebbene questa data che a molti non dirà nulla, per alcuni sarà stata motivo di grande gioia e liberazione mentre per altri ( che di sicuro non l’avranno dimenticata) avrà rappresentato una catastrofe. In ogni caso ed in qualunque modo la si voglia vedere il 25 Luglio è un giorno che segnò drasticamente la storia del nostro Paese e ne cambiò per sempre presente e futuro in seguito alla caduta del fascismo e di conseguenza al crollo di Benito Mussolini abbandonato dalla maggioranza dei suoi , sfiduciato dal Gran Consiglio del Fascismo ed ormai prossimo all’arresto per volontà del re.

Fu il gerarca Dino Grandi ad infliggere “il colpo mortale” con un ordine del giorno basato sulla estrema esigenza che nel Paese regnasse una legalità istituzionale, di fatto una freccia infuocata volta a far crollare l’operato fino ad allora del Duce con l’accusa chiara e puntuale che a causa delle sue scelte politiche e strategiche e dei suoi comportamenti tollerati ma non sempre ben visti o accettati lui e solo lui dovesse essere ritenuto l’unico responsabile della sconfitta in guerra e della disfatta del Paese.

Il Gran Consiglio del Fascismo fu istituito con legge del 9 dicembre 1928 e tra i suoi membri annoverava  i quadrumviri della marcia su Roma,  il Presidente del Senato, il Presidente della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, molti ministri del governo fascista ed presidenti di una serie di istituzioni che avevano preso vita grazie  al regime. Il Consiglio aveva funzioni deliberative e consultive e quel 25 Luglio 1943 voltò impietosamente le spalle a colui che seppur a malincuore era stato costretto a convocarne la seduta. Il giorno dopo il Duce fu convocato dal monarca che gli comunicò il cambio al governo e la nomina del maresciallo di Italia Pietro Badoglio.

“Quando la mia stella brillava io bastavo per tutti, adesso che sta svanendo tutti non basteranno a me.” ( Benito Mussolini)

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Sara Falciani